La potenza è nulla senza il controllo: l'importanza dei KPI

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“La potenza è nulla senza il controllo” non è solo lo slogan che accompagna la Pirelli da 25 anni.

 

“La potenza è nulla senza il controllo” è prima di tutto la ricerca di un compromesso, di un punto di equilibrio tra due dimensioni apparentemente contrastanti tra loro.

 

“La potenza è nulla senza il controllo” è una metodologia mediante la quale approcciarsi allo sviluppo di un progetto, imprenditoriale e non.

Il giornalista e scrittore statunitense J.R. Moehringer*, descrive il rapporto tra potenza e controllo in questo modo:

 

A tutti capita di pensare, erroneamente, che i grandi atleti, attori, pittori, medici, imprenditori e così via siano dotati di poteri speciali. In realtà tutti abbiamo dei poteri speciali. Le persone di successo sono quelle che riescono a tenere sotto controllo questi poteri in maniera duratura e costante”.

 

Non si tratta di niente di trascendentale, non è necessario inventare nulla: dobbiamo cercare di abbracciare un nuovo modus operandi, una nuova metodologia, all’interno della quale gli indicatori di performance sono l’elemento portante.

 

Si, lo snodo sta tutto qua: riuscire ad utilizzare numeri per mappare la performance.

Per i nostri obiettivi abbiamo bisogno di osservare e misurare un determinato periodo, all’interno del quale ci aspettiamo di comprendere se e come la nostra barca possa passare da un punto A, ad un punto B.

 

E per comprendere se c’è stato questo passaggio e un potenziale miglioramento, non possiamo che usare i numeri, i fantomatici indicatori chiave di performance (KPI), distribuiti su un periodo temporale preciso: l’obiettivo di questo articolo è di dimostrare l’efficacia dei KPI in modo che, finito di leggere, integrarli nel vostro lavoro sia la prima cosa che farete.

 

Ma cosa è precisamente un KPI?

Un indicatore è una misura quantificabile che viene utilizzata per determinare in quale maniera gli obiettivi prefissati siano stati raggiunti.

 

È evidente che le funzioni dei KPI siano innumerevoli, ma tra le più importanti troviamo quelle relative a guidare i comportamenti, responsabilizzare, individuare le variabili critiche, consentire analisi e confronti volti al miglioramento e infine svolgere attività di comunicazione interna ed esterna.

 

Può anche accadere di utilizzare dei KPI e non riuscire a controllare la performance. Perché? Una delle ragioni può essere ritrovata nelle caratteristiche dei KPI, che devono essere:

·      rilevanti;

·      chiari;

·      attendibili;

·      tempestivi;

·      confrontabili;

·      controllabili!

 

È quindi evidente che prima di tutto sia una questione di approccio e di metodologia.

Secondo voi quale tra le seguenti situazioni risulta essere la migliore?

 

Con semplicità possiamo rispondere che la situazione più opportuna sia quella del cruscotto sulla destra, dove abbiamo la possibilità di controllare la nostra potenza (e quindi la nostra performance) in maniera precisa: spetta a noi riuscire a scegliere i giusti KPI, non troppo abbandonanti per riuscire a controllare la nostra rotta.

 

Ed oltre ad essere un discorso di scelta di KPI, è anche una questione di concretezza: dobbiamo scegliere indicatori che ci restituiscano lo stato dell’arte della situazione e non indicatori vanitosi che poi non contribuiscono all’avanzamento o al miglioramento del nostro progetto.

Parlo dell’eterna sfida tra fatturato e marginalità, ma anche di quella “social” tra like e conversione all’acquisto: dobbiamo sempre individuare quelle misure che permettano di fornire informazioni sintetiche ed efficaci sullo stato di avanzamento del nostro progetto, non informazioni effimere.

 

Ma quindi perché utilizzare i KPI? Per riuscire a verificare come sta procedendo la nostra performance, sia a livello strategico che a livello operativo, con il fine ultimo di raggiungere i nostri obiettivi di progetto sia a breve che a lungo termine.

 

Per alcuni può sembrare una mission impossibile, in realtà si tratta di provare ad abbracciare una nuova metodologia, carichi di buon senso e di onestà intellettuale: senza, rischiamo di non essere in grado, in seguito, di cambiare rotta quando sarà necessario.

 

È una questione prima di quindi tutto di execution: provare a buttare giù degli indicatori che possano mappare la nostra rotta, senza pensare che sia una cosa complicata e difficile.

Puoi iniziare da domani? Come?

 

1)    Se non lo hai ancora fatto, individua uno o più obiettivi per il progetto in oggetto;

2)    Programma la tua performance: capisci chi fa cosa, quando e con quali risultati attesi;

3)    Fissa i tuoi indicatori di performance, non devono essere complicati…perché poi…

4)    …Devi controllare la performance, misurando i tuoi KPI

5)    Tira le somme sul complessivo progetto, utilizzando i KPI.

 

Il punto 3 è lo snodo fondamentale di questo articolo: individuare i KPI giusti per “controllare la nostra potenza”: gli indicatori possono essere di diverse tipologie (e questo è tutto un altro discorso che se vorrete approfondiremo), dobbiamo quindi essere abili a dotarci di una libreria di KPI da cui attingere e provare a configurare gli indicatori giusti.

Per quanto riguarda la libreria di KPI, esistono tantissimi database da cui attingere, vi consiglio di partire da kpimegalibrary e di provare manualmente a configurare i vostri indicatori, fornendovi alcuni semplici esempi:


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In conclusione, per riuscire a valorizzare i nostri talenti e conseguentemente riuscire a “controllare la nostra potenza” dobbiamo prima di tutto cercare di obbedire ai nostri limiti, continuare a fare execution quotidiana, ma utilizzando indicatori chiave di performance che ci permettano di costruire un nuovo “fondamentalismo pedagogico”: imparando a rivedere gli schemi alla rovescia non da geni, ma da vecchi secchioni, che scavano in profondità alla ricerca del giusto equilibrio tra potenza e controllo.

Jacopo Deidda Gagliardo