Come si introduce un’innovazione?
Qual è il contrario di Fragile?*
Nei dizionari e nell’immaginario popolare il contrario di fragile è saldo, resistente, robusto, solido. Tutto ciò che è robusto, solido, resiliente però, non si rompe, non subisce danni e non migliora.
Ma siamo sicuri che l’intero elenco di termini identifichino il vero opposto di fragile? Credo fermamente di no.
E’ un dibattito che viene da lontano e per iniziare vi propongo di immedesimarci in una storia:
Siete un’azienda che produce orologi innovativi vi trovate a dover inviare due pacchi a un vostro cliente.
Il primo pacco contiene un orologio di alto design a cui bisogna prestare attenzione e pertanto apporrete sulla scatola la scritta FRAGILE.
Il secondo pacco contiene invece un particolare orologio che, incastonato in un materiale che lo rende immobile, per funzionare deve essere tenuto in movimento ogni tot ore. Cosa scriviamo in questo pacco?
NON FRAGILE?
MANEGGIARE SENZA CURA?
MALTRATTARE SENZA PROBLEMI?
MUOVERE?
Del contenuto del secondo pacco quindi, oltre ad essere evidentemente indistruttibile, possiamo dire con certezza che trae beneficio da eventuali scossoni e da una vasta gamma di traumi.
Questo secondo pacco è quindi definibile “antifragile”** .
Antifragile è dunque quel qualcosa che trae beneficio dai traumi, dalle sconfitte e dalle cadute. Questi fattori infatti fanno sì che si possa verificare un miglioramento, se ci sarà tenacia nell’execution.
Su questa nuova parola, l’antifragilità (che più che una nuova parola è una nuova concezione di pensiero), si basa il cuore di questo articolo, il quale può essere sviscerato in cinque punti:
1. Viviamo in una realtà in continua evoluzione, il Panta Rei di Eraclito, in cui tutto scorre, tutto cambia, tutto si evolve (una persona, un artista, un’azienda..qualunque cosa).
2. Il concetto di anfragile è coerente con un tema a me molto caro: il libro da me scritto, Startup Down, è incentrato sul tema del fallimento e ha l’obiettivo di sdoganare l'errata concezione di sconfitta nella quale è avviluppato il Bel Paese.
Dal mio punto di vista è infatti necessario abbracciare una metodologia di lavoro (e per quanto mi riguarda anche di vita) incentrata sul tentativo quotidiano e sull’errore (in buona fede). “Non si tratta di nulla di trascendentale, se non dell’applicazione di concetti - come il learning by failing caro a Edison o il trial and error traslato dalla cibernetica - che non sono affatto nuovi nel mondo delle startup americane ma sono alieni nel modello imprenditoriale italiano.”***
3. Il ruolo dei fattori di stress, degli ostacoli, delle sconfitte è un ruolo positivo: ciò che ogni giorno ci mette in difficoltà è ciò che ci permette di restare in equilibrio: Albert Einstein diceva che la vita è come andare in bicicletta, per mantenere l’equilibrio devi muoverti.
Conseguentemente possiamo capire che privare i sistemi dei fattori di stress (che in questa concezione riteniamo vitali) “non è necessariamente una cosa positiva, anzi, può portare un vero e proprio danno”.
4. Per rispondere ai fattori di stress è necessario sovracompensare, ossia generare energia in eccesso per stimolare una iperreazione nei confronti di un’importante difficoltà che ci troviamo davanti. Cercherò di essere più chiaro:
a. Secondo Ovidio, le avversità aguzzano l’ingegno (“ingenium mala saepe movent”).
b. Secondo me, alle vostre spalle c’è il mare, davanti a voi il nemico e siete in inferiorità numerica. Tutto ciò che avete sono la vostra spada, i vostri compagni e il vostro coraggio. Non avete niente da perdere.
c. Secondo Taleb infine “il fatto che il successo, la crescita economica e l’innovazione possano derivare solo dalla sovracompensazione in risposta ai fattori di stress non fa parte del comune modo di vedere le cose”
5. La cosa più bella della sovracompensazione è che si può generare non solo quando ci troviamo in difficoltà, ma anche con la nostra tenacia, con la nostra motivazione.
Dopo questo approfondito ragionamento in cui ancora non ho parlato in maniera chiara di aziende se non nell’esempio, vi starete chiedendo quale sia il punto di connessione con i miei precedenti articoli.
Sì perché oggi avrei dovuto scrivere dei KPI, di come senza una misurazione oggettiva, sia impossibile creare valore, ma mi sono trovato bloccato nel flusso delle idee e costretto a stracciare fogli e fogli di bozze (in maniera figurata ovviamente). E così, ho deciso di sovracompensare ascoltando la mia parte più istintiva.
Questo modus operandi mi ha portato a scrivere un articolo che racconta di due tasselli fondamentali nella creazione di valore imprenditoriale.
Ho quindi deciso di raccontarvi
1. della coerenza: la chiave della creazione di valore sta nel prendere decisioni antifragili riuscendo a generare opportunità, magari sbagliando, ma con coerenza rispetto alla visione di lungo termine. Essere coerenti non vuol dire non uscire dagli schemi. Si può uscire dagli schemi ed essere coerenti.****
2. di come si introduce un’innovazione: l’energia in eccesso che scaturisce o dall’iperreazione di fronte a una difficoltà o dalla propria motivazione è ciò che permette di innovare, attraverso un ciclo continuo di misurazione e sviluppo (tentativi).
Per introdurre un’innovazione infatti è necessario agire con visione e tenacia, cogliendo qualunque cosa possa avere la parvenza di un’opportunità. Secondo Taleb addirittura ciò che bisogna fare è mettersi nei guai; diciamo in guai seri, ma non irreversibili.
Perché l’innovazione e i progressivi perfezionamenti derivano da stati iniziali di necessità che, a causa di un problema o a causa delle quantità addizionali di volontà e motivazione nel raggiungere un obiettivo a lungo termine, sviluppano ben oltre il soddisfacimento di tali bisogni.*****
Sono solito esplicitare l’obiettivo all’inizio dei miei articoli, in questo lo faccio alla fine: vorrei ispirarvi nell’abbracciare questa nuova concezione di pensiero non lineare in ambito imprenditoriale, che siate professionisti, imprenditori, dipendenti o qualsiasi altra figura voi ricopriate.
L’antifragilità è fortemente connessa con la creazione di valore.
Prendere decisioni antifragili in ambito imprenditoriale infatti, vuole dire prendere decisioni consapevoli e coerenti che hanno un obiettivo a lungo termine e che riescono a trovare il loro successo grazie all’execution e alle difficoltà quotidiane.
Infine, in questo articolo userò un unico strumento per spiegarvi concretamente ciò che intendo (esempi) e stimolarvi all’azione (esercizi): una tabella che riporta esempi di decisioni fragili, antifragili in ambito imprenditoriale.
*Nassim Nicholas Taleb è un economista e un filosofo, ma prima di tutto è un vero innovatore: ha fatto bricolage tra concetti complessi e ha permesso al mondo di comprenderli con semplicità.
È diventato famoso per aver scoperto i Cigni Neri, ma dal mio punto di vista, la sua più grande creazione è l’aver dato luce al termine antifragile. Il libro di riferimento per l’intero articolo è “Antifragile. Prosperare nel disordine”, 2013, Il Saggiatore.
Così ho deciso anche io di fare bricolage sul suo testo, per riuscire a mettere un tassello in più nel processo di creazione valore imprenditoriale.
** “l’idea di antifragilità non è presente in noi a livello conscio, ma fortunatamente fa parte del nostro comportamento innato, dell’apparato biologico dell’uomo, ed è una proprietà trasversale a tutti i sistemi che sono sopravvissuti”.
*** tratto da “Startup Down-Storia felice di un Fallimento”, di Jacopo Deidda Gagliardo e Nicola Manca, 2017, Acanta.
****”La coerenza è il prodotto di un processo di apprendimento imprenditoriale che si focalizza intorno ad una valida intuizione imprenditoriale al cui sviluppo e alla cui realizzazione è interamente rivolto” da “Strategia aziendale e vantaggio competitivo” di Giorgio Invernizzi, 2008, McGraw-Hill.
***** attenzione che questa non è l’unica formula magica per innovare, ad esempio esistono sull’ozio e sul downshifting che dimostrano la formula contraria rispetto a quella oggi esposta.